La classe media sta scomparendo. I poveri diventano sempre più poveri, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi. Ci hai mai fatto caso? Questa frase ricorre spesso, soprattutto nei periodi di grande cambiamento come quelli che abbiamo affrontato (e stiamo ancora affrontando) negli ultimi due anni.
Sarà vero? Ho deciso di parlartene oggi proprio per cercare di capirlo insieme. Su questa cosa ho cominciato a riflettere già diversi anni fa e vorrei condividere con te le conclusioni a cui sono giunto!
Più ricchi o più poveri: qual è il vero motivo?
Più avanti nel post vedremo che non è proprio così, ma per il momento partiamo dal presupposto che sia vero: nei periodi in cui l’economia e la società vanno incontro a mutamenti importanti, i poveri si impoveriscono ancora di più mentre i ricchi diventano ancora più ricchi.
Perché questo accade? La prima volta che mi sono posto questa domanda, mi sono dato la risposta che a prima vista è più intuitiva e più logica: se alcuni diventano più poveri e altri più ricchi, significa che la loro condizione di partenza è diversa. E infatti lo dice la frase stessa: chi è già ricco continua ad arricchirsi, mentre chi è povero perde anche quel poco che ha.
Ma proprio qui sta l’inghippo: perché se è vero che c’è chi si arricchisce e chi si impoverisce, non è affatto detto che ciò dipenda dal punto da cui si parte. Fai fatica a crederci? Continua a leggere e vediamo se riesco a convincerti!
Ricchezza e povertà: cosa ci dicono le statistiche
A supporto della mia tesi, c’è uno studio che viene realizzato ogni anno da Credit Suisse e in cui vengono pubblicati dei dati molto interessanti che riguardano l’economia e il benessere nel nostro paese. Pensa che, in base a questa ricerca, in Italia più di 180mila persone sono diventate milionarie solo nel 2021. Erano già ricche e sono diventati ancora più ricche? Considerato che nell’80% dei casi sono partite da zero o quasi, quindi che non disponevano di grandi capitali di partenza, mi verrebbe da dire di no. Ora ti ho riportato i dati del 2021, ma una tendenza molto simile la si è osservata anche negli anni precedenti.
Dall’altra parte, c’è un problema non da poco: sempre nel 2021 e sempre nel nostro paese, circa 200mila persone hanno perso la loro casa all’asta. Dunque, è vero: c’è chi si arricchisce e chi si impoverisce, solo che la causa non sembra essere dovuta alle condizioni di partenza di ognuno (o almeno non necessariamente). Certo, c'è chi si trova ad affrontare situazioni difficili e inaspettate, che magari in certi periodi della vita è meno fortunato di altri. Di questo non gli si può certo fare una colpa. Il messaggio che vorrei far passare qui è che, nonostante tutto, ognuno di noi può trovare il modo di rialzarsi e, più in generale, attivarsi per migliorare la propria condizione.
E se fossero le tue azioni a fare la differenza?
Se la differenza non sta (solo) nella condizione di partenza, allora dov’è? Io ho cominciato a pensarci circa quindici anni fa, quando con Lucia avevamo appena deciso di formare una famiglia e aspettavamo la nostra prima figlia. Lì abbiamo deciso che volevamo darci l’opportunità di avere una vita degna di essere vissuta, che ci permettesse di realizzare il nostro potenziale, il nostro modo di essere, di dedicarci alle cose davvero importanti.
In quella fase della mia vita, ho capito una cosa molto importante: la vera differenza sta in quello che facciamo, nelle decisioni che prendiamo ogni giorno. Sono le nostre scelte a portarci verso i risultati che otteniamo e, sempre in base alle nostre scelte, questi possono essere più o meno soddisfacenti.
E a prendere le decisioni giuste, quelle che ci porteranno dove vorremmo andare, come si fa? Le nostre decisioni sono determinate dalle nostre convinzioni e le nostre convinzioni dipendono da quello che pensiamo.
Da quando l’ho capito, ho smesso di contare esclusivamente sullo stipendio di cameriere che ricevevo allora per cercare di creare lo stile di vita a cui aspiravo per me e la mia famiglia. Per farlo, non potevo contare solo su quello, dovevo crearmi delle altre entrate.
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A presto.
Andrea Maurizio Gilardoni
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